Comunità residenziale "Cascina Nuova"
Indirizzo e recapiti
Viale Lombardia, 9 - Pontirolo Nuovo (BG)
Tel. 0363/330602
Fax 0363881056
E-mail: [email protected] - [email protected]
La Comunità
Comunità Residenziale aggiornato a 15.11.2024 |
Posti accreditati / a contratto |
Posti disponibili |
N. persone in lista di attesa |
Percorso Terapeutico Riabilitativo |
36 |
0 |
1 |
Percorso Doppia Diagnosi |
9 |
0 |
5 |
Ospiti residenti Regione Lombardia
L'inserimento in comunità , in base alla DGR 5509/2007, avviene dietro presentazione di Certificazione dello stato di Tossicodipendenza, rilasciata dai Servizi Territoriali delle Dipendenze (SERT) o dai Servizi Multidisciplinari Integrati (SMI). La retta , a carico del Servizio Sanitario Nazionale (fondo regionale della Lombardia) e' comprensiva , oltre che degli oneri di vitto e alloggio, di tutte le prestazioni elencate nella sezione "Tipologia delle prestazioni".
Alla luce della attuale emergenza sanitaria, al fine di poter accedere alla struttura residenziale è necessario sottoporsi ad un tampone nasofaringeo rapido con esito negativo per Covid-19 al momento dell'inserimento.
Ospiti residenti in altre Regioni
L'inserimento in comunità avviene su proposta e nulla osta del Servizio Territoriale delle Dipendenze di appartenenza e la retta è a carico della ASL competente per residenza. Le prestazioni offerte sono le medesime citate per gli ospiti provenienti dalla Regione Lombardia.
All'interno della nostra struttura si effettuano prestazioni differenziate sia sul piano temporale che sulla tipologia del progetto individuale . Il complesso delle attività e prestazioni fornite si intende senza oneri a carico dell'utente.
La retta, a carico della ASL, non include quindi le spese riguardanti beni ed effetti di utilizzo esclusivamente personale.
E' possibile intraprendere uno dei seguenti moduli:
- Valutazione ed inquadramento diagnostico. Spesso segue ad una richiesta di inserimento in struttura residenziale in tempi brevi: obiettivo primario di questo periodo è stabilire la presenza o meno di una motivazione ad intraprendere un programma maggiormente strutturato e di stabilirne le principali linee strategiche (tempi, bisogni, risorse, eventuali diagnosi personologiche significative,..). La durata media è di circa un mese al termine del quale si effettua una verifica e si stabiliscono eventuali modifiche alla richiesta originaria quali proseguimento della permanenza dell' utente nel modulo di programma comunitario, identificazione di strutture più idonee, possibilità di attuazione di sostegno ambulatoriale presso Servizi esterni alla comunità.
- Programma riabilitativo-terapeutico.(suddiviso in modulo di trattamento riabilitativo individualizzato e modulo specialistico per comorbilità psichiatrica)
Trasversalmente ai differenti moduli di offerta della comunità, è possibile riassumere gli obiettivi raggiungibili attraverso i percorsi residenziali come segue :
- controllo della sintomatologia della tossicodipendenza attraverso interventi psico-farmacologici, psicologici e psico-sociali
- miglioramento delle competenze e delle abilità sociali con processi mirati
- rafforzamento nell'utente di autonomia, autosufficienza, autostima e capacità di comunicare i propri bisogni e le proprie risorse (empowerment)
- sostegno ai famigliari mediante attività di gruppo di auto-mutuo-aiuto, colloqui individuali e familiari per singolo nucleo
- promozione di opportunità sociali a favore dell' utente sui temi del lavoro, delle relazioni sociali, del tempo libero
Programmi terapeutici
Trattamento Terapeutico/Riabilitativo Personalizzato
Il progetto è dedicato a soggetti maschi che hanno sviluppato una dipendenza e che necessitano di un trattamento residenziale finalizzato al reinserimento sociale: il percorso è suddiviso per fasi la cui durata è strettamente connessa al raggiungimento degli obiettivi prefissati all'inserimento. Il programma terapeutico è costituito da interventi psicoterapici individuali, di gruppo in relazione all'attività occupazionale che si svolge quotidianamente all'interno della comunità. Durante l'iter terapeutico vengono predisposte anche azioni volte al miglioramento delle basi culturali e professionali dell'utente, quali corsi di scolarizzazione, conseguimento di diplomi e corsi di formazione professionale. La partecipazione dei familiari permette la costruzione di modalità relazionali adeguate e funzionali anche al contenimento e la prevenzione di possibili ricadute.
Il programma residenziale si sviluppa in un periodo massimo complessivo di 18 mesi che consta di differenti fasi:
- Fase 1: osservazione (1° mese) e inserimento (2° e 3° mese)
- Fase 2: dal 4°- al 8° mese
- Fase 3: dal 9°- al 14° mese
- Fase 4: reinserimento (dal 14° mese)
Residenzialità: fino al 3° mese
E' il momento dell'osservazione e dell'inserimento. Questo momento particolarmente delicato prevede l'accoglienza e la conoscenza del soggetto in tutti i suoi aspetti (psicologico, fisico, giuridico). In particolare si procede ad una accurata fase di valutazione psico-diagnostica (assessment psicologico, osservazione sul campo) al fine di stabilire interventi mirati nel campo psicologico, educativo, sociale.
Le caratteristiche personologiche che vengono focalizzate e su cui si interviene riguardano:
- gestione dell'impulsività
- tolleranza alla frustrazione
- tono dell'umore
- accettazione delle regole
- motivazione al cambiamento
- modalità di relazione sia con gli operatori che con i pari
- situazione familiare
- problematiche ricorrenti
Parallelamente in questo periodo i familiari (genitori, partner, ecc.) vengono inseriti in gruppi di auto-mutuo-aiuto in presenza di un operatore al fine di stabilire e/o potenziare delle modalità relazionali efficaci e funzionali al ripristino dei rapporti con l'utente e tra gli altri membri del nucleo familiare. Durante questo periodo i contatti del soggetto con l'ambiente esterno avvengono prevalentemente per via epistolare, al fine di favorire una maggiore consapevolezza e verifica delle intenzioni comunicative. La progettualità in questa fase è a breve termine.
Residenzialità : dal 4° al 8° mese
In questa fase il soggetto inizia a stabilire relazioni significative con i pari e gli operatori, ad assumere piccole responsabilità sia nei settori di attività che in momenti liberi non strutturati; gradualmente riprende i contatti in modo diretto con le figure significative esterne, inizialmente per via telefonica e successivamente tramite incontri strutturati in cui si approfondiscono i nodi problematici affrontati durante il percorso stabilendo premesse per una relazione basata su una comunicazione sana e non centrata sul sintomo.
Le caratteristiche personologiche su cui si presta particolare attenzione e su cui si interviene, si possono sintetizzare in:
- livello di investimento affettivo nel progetto (affidabilità, coinvolgimento, responsabilità)
- modalità di comunicazione e di relazione stabilite
- livello di interiorizzazione delle regole proposte e dei valori trasmessi
- evoluzione delle problematiche riportate in sede di osservazione
- richieste esplicite ed implicite del soggetto.
Residenzialità : dal 9° al 14° mese
In questo periodo il soggetto lavora al consolidamento dei traguardi raggiunti e al livello di responsabilità raggiunto nella struttura. L'impegno che comporta questa esperienza è comunque verificato e, dove necessario, coadiuvato dagli operatori in momenti strutturati (riunioni, gruppi) poiché si ritiene che il soggetto, anche in questa fase del programma, debba potersi sperimentare e debba mantenere degli spazi dedicati a se stesso ed alle eventuali difficoltà incontrate. Pur essendo a tutti gli effetti un residente l'utente intensifica i contatti e gli scambi con la realtà esterna. I rapporti con i familiari si fanno più frequenti e si lavora ad una ipotesi di rientro in famiglia, o viceversa, ad uno sganciamento definitivo. In questo momento la progettualità è a medio-lungo termine e l'utente appare proiettato verso l'esterno.
Le caratteristiche personologiche su cui si incentra particolare attenzione sono:
- il livello di autostima e di fiducia nelle proprie risorse
- il livello di consapevolezza dei traguardi raggiunti e delle difficoltà all'interno del percorso terapeutico
- rafforzamento del sé in ambito relazionale
- progettualità a medio e lungo termine vista come capacità di realizzare gli obbiettivi posti, (esame di realtà)
- livello di socializzazione esterna e capacità di stabilire relazioni significative
- relazioni stabilite con i familiari, partner
- ricerca del lavoro esterno
Residenzialità : dal 14° mese
E' il momento in cui l'apprendimento evolutivo raggiunto nel contesto protetto deve essere concretamente applicato alla complessità della realtà esterna nei suoi differenti ambiti (lavorativo, di socializzazione, ecc.). Tale passaggio si configura come una delle fasi più critiche e delicate dell'intero iter terapeutico di riabilitazione.
In questo periodo il soggetto svolge un'attività lavorativa esterna alla comunità e al termine fa rientro in struttura. Gradualmente inizia a gestire somme di denaro e a muoversi autonomamente. L'accento è posto su:
- progettualità a medio e lungo termine (nei vari ambiti: lavorativo, familiare, di socializzazione)
- esame di realtà
- capacità decisionali
- autonomia e responsabilità
- socializzazione
- sviluppo di capacità di investire emotivamente e di porsi in maniera autentica rispetto all'altro, gestione dell'emotività.
- Si presuppone un'interiorizzazione delle regole e il controllo da esterno deve divenire interno.
A seguito delle dimissioni dalla struttura comunitaria si prevede l'attivazione di gruppi settimanali di incontro per una durata di circa 1 anno, condotti da un educatore e destinati al monitoraggio della fase di indipendenza effettiva dell'ex utente.
Inoltre è possibile strutturare, qualora se ne valuti la necessità, dei progetti di supporto in psicoterapia individuale o di gruppo di addestramento assertivo anche oltre il termine della fase residenziale.
Trattamento specialistico
Questo progetto è destinato a quei soggetti che presentano caratteristiche di maggiore gravosità assistenziale, e per i quali la cronicizzazione dell'esperienza tossicomanica, i molteplici trattamenti passati non consentono progetti riabilitativi di rapida attuazione. Tra questa tipologia di utenza si includono i pazienti in comorbilità psichiatrica, a cui è dedicato un modulo specialistico di 9 posti.
I pazienti usufruiscono di colloqui psicologici individuali, colloqui psichiatrici ed hanno assistenza sanitaria di base ed assistenza infermieristica.
Fondamentale risulta in questo progetto il coinvolgimento della rete dei servizi territoriali di assistenza e cura, presenti nel trattamento prima, durante e dopo la permanenza del paziente all'interno della struttura residenziale.
Il reinserimento lavorativo è strettamente monitorato e viene attuato mediante percorsi socio-occupazionali, tirocini lavorativi e borse lavoro mirate.
Comorbilità psichiatrica
Il progetto è stato costruito in modo da rispondere in maniera selettiva ad una tipologia di utenza che si richiama allo specifico diagnostico. In realtà ci siamo accorti che in molti casi, anche in presenza di diagnosi chiare, sono stati tentati (ed in alcuni casi effettuati) inserimenti di chiara matrice psichiatrica.
Il possibile fraintendimento è dovuto nella maggior parte dei casi al fatto che si tende a pensare che doppia diagnosi significhi diagnosi di tossicodipendenza + diagnosi psichiatrica tout court. In realtà la doppia diagnosi si definisce in base al criterio nosografico del DSM V, secondo il quale il soggetto è inquadrabile in un disturbo riferibile all'asse I (tossicodipendenza) in comorbilità con un disturbo riferibile all'asse II (disturbo di personalità). Appare evidente che qualsiasi soggetto tossicodipendente presenta tratti riferibili ad un disturbo di personalità, ma noi ci riferiamo a situazioni che hanno una effettiva rilevanza psichiatrica con frequenti ricoveri, T.S.O., terapie psicofarmacologiche in atto.
Negli altri casi (schizofrenie, psicosi) abbiamo rilevato come l'abuso di sostanze sia nella maggior parte dei casi largamente secondario ed accessorio rispetto all'entità del disturbo psichiatrico. Non siamo comunque in grado di gestire situazioni di gravità tale da prevedere una soglia di protezione alta.
Diversa è la situazione dei disturbi di personalità anche gravi per i quali un percorso è possibile e presenta caratteristiche specifiche. Per questi casi abbiamo approntato un iter terapeutico ormai collaudato, anche se necessariamente differente da quello standard della comunità.
L'invio della persona in comunità avviene a seguito di colloqui di conoscenza reciproca in cui c'è l'occasione di mettere le basi per un eventuale percorso terapeutico. Si stabilisce inizialmente un periodo in cui effettuare il processo diagnostico, ad esempio nel momento in cui non sia chiara la situazione del soggetto in condizioni drug-free.
A tale scopo abbiamo messo a punto una specifica batteria di test psicologici che comprende:
- MMPI
- SCL-90
Questi test vengono somministrati in entrata ed in uscita del programma terapeutico.
In seguito all'ipotesi diagnostica verrà stabilito un progetto terapeutico su misura per la persona e congruente le possibilità e le risorse presenti in quel momento.
Gli obbiettivi possono quindi spaziare dalla semplice osservazione in condizioni di astinenza alla necessità di trovare una terapia farmacologica adatta, fino ad arrivare alla strutturazione di un percorso complesso, che prevede vari momenti terapeutici (colloqui, gruppi).
I gruppi verranno impostati secondo il modello della Dialectical Behavior Therapy di Marsha Linehan, quindi specifici per i soggetti con disturbi di personalità, anche se verranno privilegiate quelle parti del protocollo che in questi anni sono sembrate maggiormente adatte alla popolazione tossicodipendente. I gruppi avverranno a cadenza settimanale ed i pazienti saranno seguiti in ambito extragruppo riguardo gli obbiettivi emersi in terapia. Inoltre usufruiranno di colloqui psicologici individuali, colloqui psichiatrici e saranno seguiti per gli aspetti sanitari e nell' eventuale somministrazione della terapia psicofarmacologica da un infermiere professionale.
Gli obbiettivi terapeutici di questa fase si possono così identificare:
- acquisizione di motivazione al cambiamento
- maggiore controllo della impulsività e dei passaggi all'atto
- maggiore tolleranza alla frustrazione
- modificazione di schemi e convinzioni mentali irrazionali e apprendimento di nuovi schemi comportamentali adeguati
- sviluppo di capacità relazionali
- acquisizione di abilità lavorative specifiche
Rimane evidente che in molti casi solo alcuni obbiettivi rimangono perseguibili proprio in considerazione della tipologia di utenza e che si considera questo fattore non un fallimento ma una ottimizzazione del potenziale soggettivo.
Successivamente gli utenti possono accedere alla fase di reinserimento protetto, momento in cui usufruiscono della possibilità di verificare all' esterno i cambiamenti acquisiti in ambito comunitario sia in funzione della risocializzazione che del lavoro continuando a risiedere presso la struttura.
E' possibile altresì che alcuni utenti abbiano come obiettivo finale un ritorno nell' ambiente famigliare di origine: in tal caso si accompagneranno nello svolgimento dell'iter prefissato verificandone periodicamente le condizioni. Anche in questa fase sono seguiti mediante gruppi di aggiornamento settimanale, colloqui di verifica e di sostegno.
E' comunque di fondamentale importanza comprendere come il passaggio da una fase all' altra non è strettamente valutabile in termini temporali né tantomeno unidirezionale: vantaggio evidente per i pazienti è la disponibilità di una struttura di programmazione elastica e modificabile a seguito delle singole esigenze e risorse.
Non di meno vantaggiosa è anche la convivenza con utenti non inseriti in un progetto a doppia diagnosi che permette un confronto e una condivisione tale da ridurre una possibile patologizzazione della loro condizione e contenerne la sintomatologia correlata.
Lo stretto rapporto tra attenzione continua alla ripetibilità quotidiana e modalità rieducativa è sottolineata anche dalla strutturazione delle attività giornaliere così come si mostra nella tabella settimanale allegata.
In realtà, proprio a partire dalla doppia diagnosi, abbiamo constatato che il programma in comunità viene a costituirsi come un frammento di un percorso ben più articolato che coinvolge più servizi ed in particolare anche le famiglie degli utenti; anche per questo è stato approntato un progetto rivolto ai familiari dei soggetti in doppia diagnosi.
All'interno dei casi trattati abbiamo infatti notato che, qualora ve ne fossero le condizioni, il coinvolgimento diretto della famiglia nel percorso terapeutico dell'utente è stato particolarmente presente e che per parecchi casi è stato previsto o è avvenuto un rientro in famiglia all'esito del percorso.
Dai dati disponibili è stato dedotto che gli esiti dei progetti terapeutici, in queste tipologie di utenza, risultano in larga parte condizionati da variabili riguardanti il contesto familiare. Ciò in primo luogo emerge dal dato relativo alla fascia di età di questi soggetti per i quali, in gran parte, la presenza della famiglia, come sostegno e come influenza all'interno del progetto terapeutico risulta evidente; e in parte questo fatto può essere ricondotto alla componente psichiatrica del disagio (quindi maggiormente inabilitante rispetto ad una tossicodipendenza "pura") che spesso determina l'ipercoinvolgimento della rete familiare. Inoltre le difficoltà relazionali tipiche di questi soggetti spesso hanno suggerito il mantenimento dei contatti con la famiglia o hanno condizionato l'effettivo processo di individualizzazione per cui il rientro nel contesto familiare diventa l'esito obbligato del processo terapeutico comunitario.
Proprio la comunità ed il progetto terapeutico residenziale costituisce, a nostro avviso, uno strumento privilegiato per potere fare fronte alle dinamiche che si vengono a determinare in base a quanto sopra descritto , e che può consentire un eventuale riassetto degli equilibri familiari, della individuazione dei ruoli, e degli stili comunicativi in funzione di una convivenza più funzionale da parte del paziente e dei suoi familiari.
Infatti la connotazione della comunità in quanto luogo "neutro" e, al contempo, la presenza di operatori qualificati, possono permettere di affrontare da un punto di vista terapeutico eventuali problematiche intrafamiliari e, contemporaneamente, consentire di usufruire ai soggetti coinvolti del sostegno psicologico necessario.
SMI Treviglio
Via Vittorio Veneto, 44
24047 Treviglio (BG)
tel. 0363 88894
fax 0363 45730
SMI Dell'Isola
via XXV Aprile, n.1
24030 Terno d'Isola (BG)
tel. 035 3054265
cell.334 9944127
Viale Lombardia, 9
24040 Pontirolo Nuovo (BG)
Comunità
"Cascina Nuova"
E-mail: [email protected]
tel. 0363 330602
fax 0363 881056
Comunità per minori
"I Draghi"
E-mail: [email protected]
tel. 0363 88763
fax 0363 330378
Casa "La Fenice"
via Belvedere 12/a, Brignano Gera d'Adda
E-mail: [email protected]
tel. 366/8707331
Via Degli Assereto 19
20124 Milano
Email: [email protected]
tel. 02 69016915